PERCHE’ NON RIESCO AD APPRENDERE

“PERCHE’ NON RIESCO AD APPRENDERE?”

DI CATTAFI FRANCESCA

L’inizio delle scuole è correlato a molteplici aspettative, gioie e preoccupazioni che coinvolgono genitori, figli ed insegnanti. Non tutti i bambini si adattano facilmente alle richieste scolastiche, le difficoltà possono avere molteplici manifestazioni: disattenzione a scuola, scarsa concentrazione e demotivazione nell’esecuzione dei compiti a casa, malesseri somatici quali mal di pancia o mal di testa.

A volte il minore appare eccessivamente lento negli apprendimenti scolastici rispetto ai coetanei. Le motivazioni sottostanti tali difficoltà possono essere molteplici: emotive, fisiologiche e cognitive.

Comprendere le cause del disagio scolastico è fondamentale per sostenere i bambini nel percorso d’apprendimento e accompagnarli attraverso l’avventura”dell’ acculturizzazione”.

 

Nell’ultimo decennio abbiamo spesso sentito il termine: “Difficoltà specifiche dell’apprendimento” D.S.A.

Che cosa sono?

La conoscenza clinica le ha suddivise in:

– Dislessia: il bambino fatica a leggere, è significativamente più lento dei coetanei e\o non comprende ciò che legge.

–   Discalculia: difficoltà di calcolo.

  • Disortografia: il minore compie molti errori ortografici nella scrittura.
  • Disgrafia: si manifesta in una pessima qualità del tratto grafico il bambino scrive male prevalentemente in corsivo.

 

I bambini con tali difficoltà sono sottoposti a esperienze frustranti, fallendo dove i loro compagni riescono, si demotivano e spesso conclusa la scuola dell’obbligo abbandonanogli studi.

Per prevenire tale rischio è fondamentale rivolgersi ai professionisti che sono in grado di riconoscere se il disagio scolastico manifestato sia determinato da un deficit specifico dell’apprendimento o causato da un altro fattore. L’obiettivo è d’intervenire sostenendo il minore nel suo percorso di studio.

Gli specialisti coinvolti condivideranno poi con genitori e insegnanti un progetto d’aiuto psico-pedagogico che permetta allo studente d’acquisire maggiori competenze per affrontare il percorso scolastico.

A tal fine, il legislatore ha istituito presso le ASL gli elenchi dell’ èquipe autorizzate a effettuare attività di certificazione diagnostica valida ai fini scolastici.

Gli specialisti privati, quali psicologi, logopedisti e neuropsichiatri infantili, dotati dei requisiti richiesti dalla normativa vigente, possono rilasciare diagnosi di prima certificazione di deficit specifico dell’apprendimento.

Tale documento, oltre a rappresentare la comprensione delle difficoltà del minore e permettere la pianificazione di un intervento di recupero delle potenzialità cognitive, riconosce il diritto allo studente d’essere sostenuto a scuola tramite un piano didattico personalizzato che rispetti le esigenze individuali.

 

La normativa vigente cita testualmente:

“Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilita’ didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.” Art. 5, comma 1, legge 170/2010.

La diagnosi è quindi uno strumento indispensabile per comprendere il quadro cognitivo e non è l’obiettivo finale, bensì il punto di partenza per poter pianificare l’intervento terapeutico.

Tale progetto dovrà prevedere non solo il potenziamento cognitivo nelle aree più deboli del minore, ma anche l’avviamento di una collaborazione con la scuola e la famiglia per strutturare un progetto didattico che permetta allo studente d’esprimere al meglio le sue potenzialità e compensare la caduta negli apprendimenti.

Questo permetterà al minore non solo di concludere l’iter scolastico ma di farlo con soddisfazione, rinforzando la propria autostima, identificandosi con un immagine di sè positiva.

Ciò riduce non solo il rischio dell’abbandono scolastico ma anche la strutturazione di eventuali disordini comportamentali che avrebbero l’apice con l’arrivo dell’adolescenza.

 

 

Dr.ssa Francesca Cattafi

Psicologa-Psicoterapeuta

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