Yoga

UN’ESPERIENZA DI INTEGRAZIONE

TRA PSICOTERAPIA E YOGA:

“Imparare (o re-imparare) ad abitare il proprio corpo

Redatto da: LORENZINI Benedetta, Psicologa e Psicoterapeuta

Premessa

Spesso, nella nostra pratica clinica, incontriamo persone adulte che, aprendosi gradualmente con noi, iniziano a ricordare o ad elaborare in modo più consono il fatto di aver subito, in un passato spesso remoto, alcuni eventi stressanti o veri e propri Traumi, che li hanno segnati profondamente e che sono rimasti a lungo apparentemente “congelati” nella loro mente e nel loro corpo. Faccio riferimento a episodi di violenze intra-familiari, a molestie o veri e propri abusi sessuali, a situazioni di trascuratezza o di continui rifiuti più o meno espliciti da parte di persone per loro importanti.

Quanto più questi episodi sono avvenuti in un passato lontano, quanto maggiore è la loro risonanza anche a livello fisico/somatico/viscerale, tanto che la ricerca internazionale sul tema dei traumi psichici ormai è concorde nel ritenere, come il titolo di uno dei libri più attuali, che “il corpo accusa sempre il colpo” negli accadimenti traumatici (Van Der Kolk).

Nei soggetti traumatizzati, riassumendo al massimo, l’equilibrio dinamico tra il sistema nervoso simpatico e quello parasimpatico viene di fatto modificato in modo permanente, con una sregolazione a favore del primo sul secondo. Questo “scompenso”, che è stato utile se non di vitale importanza per sopravvivere al trauma, fa sì però che questi soggetti, a lungo andare, vivano in uno stato di perenne “attivazione psico-fisica”, per cercare di difendersi o di prevenire nuovi avvenimenti dolorosi. Tali modifiche fanno sì che le persone vivano in modo esagerato degli stimoli apparentemente neutri o di poco conto e che abbiano continue esperienze psico-fisiche legate al trauma vissuto, come flash back, tensioni muscolari in zone particolari del corpo e così via…

Altri possono imparare piano piano ad “offuscare” le proprie sensazioni corporee e i propri ricordi traumatici facendo ricorso a sostanze, ad esperienze di vita estreme o dissociandosi (cioè cercando di portare la loro mente lontana da loro stessi) o congelandosi come persone emotivamente.

Nel corso delle terapie, ci  rendiamo conto, come terapeuti, quanto a volte i pazienti abbiano imparato nel corso degli anni a prendere le distanze dal loro corpo, considerandolo meno di nulla, o non sapendo connettersi profondamente con esso. Oppure, al contrario, che esprimano con e attraverso il corpo una serie di confliti e di angoscie che no trovano spazio per essere invece pensati.

A partire dai primi anni 2000, diversi studi si sono concentrati sul potere che alcune pratiche di ginnastica orientale, in particolare lo yoga, hanno sul modificare e riequilibrare il rapporto tra sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Diverse esperienze negli USA hanno dimostrato che lo yoga  “aiuta le persone traumatizzate ad imparare ad abitare, in modo più confortevole e sicuro, i loro corpi torturati” ( Van Der Kolk, 2015).

Negli ultimi anni ci sono state pertanto diverse esperienze di psico-traumatologi, soprattutto negli USA, che hanno iniziato ad affiancare alcuni percorsi tradizionali di psicoterapia con dei percorsi di yoga in gruppo, opportunamente pensati, che aiutassero i pazienti a lavorare sul proprio corpo per imparare a conoscerlo meglio, a calmarsi e, in senso clinico, ad abitare le proprie sensazioni corporee e il proprio corpo in modo più sicuro.

Ad oggi, nell’ambiente clinico di Milano, diversi terapeuti che lavorano con pazienti traumatizzati, hanno iniziato ad interrogarsi su tale tema e a mettere insieme dei pensieri su questa possibile integrazione tra interventi “più concentrati sulla mente” e altri “più concentrati sul corpo”.

Proposta concreta

In concreto, nel mese di settembre 2017 ho proposto ad alcuni dei miei pazienti adulti, in particolare coloro che hanno alle spalle storie traumatiche o stressanti o pazienti che abbiano un rapporto complesso con il proprio corpo, di affiancare al percorso di psicoterapia individuale già in atto un percorso di yoga di gruppo, guidato dalla maestra Alessia Mattavelli, che si è detta interessata e volenterosa di mettere a punto lezioni specifiche sul target di pazienti pensato per questo lavoro.

Tale lavoro di gruppo psico-corporeo, che va ad affiancare e potenziare, e non sostituire, la psicoterapia, ha avuto, in questa proposta sperimentale, i seguenti obiettivi:

  • Lavorare sull’incrementare la propria conoscenza corporea e abituarsi a “sostare” e ad “accogliere senza giudizio” le proprie sensazioni corporee;
  • Imparare ad “abitare” il proprio corpo senza continuare a dissociarsi da esso o a considerarlo “nemico di se stessi”;
  • Appropriarsi di tecniche di respirazione e meditazione che aiutino a calmare il proprio corpo, che possono essere usate nella vita quotidiana di fronte a situazioni trigger (cioè riattivanti);
  • Condividere un percorso di gruppo, in cui non sentirsi i soli ad attraversare un momento di difficoltà e magari poter godere di alcuni piccoli momenti di mutuo-aiuto, guidati da una figura esterna;
  • Aumantare la velocità e la profondità di alcuni percorsi di consapevolezza che poi vengono ripresi o trattati nelle sedute di psicoterapia ordinarie.

Il mio lavoro è stato quello semplicemente di in formare i pazienti su quali fossero gli obiettivi del duplice lavoro, spegare perchè, nello specifico, avevo pensato che proprio loro potessero goderne e beneficiarne, formare e guidare il lavoro dell’insegnante di yoga.

Nel corso dei mesi, ho potuto raccogliere nelle sedute individuali con i pazienti i vissuti, le esperienze, le difficoltà ma anche le risorse emerse in questi incontri.

Partecipanti

Il corso di yoga è dunque partito nell’ottobre 2018, con un gruppo di 6 adulti, tutti aventi in corso una psicoterapia individuale con la sottoscritta.

Il gruppo è stato composto da 5 donne e un uomo e prevedeva una durata di dieci lezioni. Nel corso dei mesi, i pazienti hanno chiesto di poter proseguire l’esperienza, arrivando ad attuare fino a 40 lezioni, rinnovate ogni dieci. Il corso si è dunque protratto fino a maggio 2018, con alcune brevi pause legate alle festività annuali.

Test

All’inizio del corso e in fase conclusiva, è stato chiesto ad ogni paziente di compiare un questionario anonimo circa i vissuti legati al proprio corpo, la propria vita quotidiana, il rapporto con se stessi e con gli altri e la percezione generale di se stessi. Alcune domande hanno riguardato possibili sintomi ansiosi, depressivi e psicosomatici.

La maggior parte dei pazienti ha espresso un parere complessivo molto favorevole rispetto all’esperienza e ha registrato importanti cambiamenti:

  • Il gruppo ha aiutato a sentirsi meno soli e ha fornito il contesto per una condivisione dei propri vissuti, anche più dolorosi;
  • lo yoga ha portato ad una maggiore consapevolezza corporea e ad una maggiore capacità di concentrarsi su di sé e sulle proprie emozioni;
  • Lo yoga ha permesso di imparare ad ascoltare maggiormente in proprio corpo e a possedere una serie di strategie, legate al controllo del respiro, in grado di calmare l’ansia e l’agitazione fisica.

In seguito trovate delle testimonianze concrete rilasciate dai pazienti in merito, credo che valgano più le loro parole delle mie!

Alcune testimonianze concrete

 “Buonasera e scusi il ritardo nel mandare le due righe. Questo corso mi ha dato consapevolezza, sia fisica che mentale. Quando una vetrina rifletteva la mia immagine io non la riconoscevo, non potevo essere veramente così! E allora lo sguardo andava frettolosamente altrove, per non soffrire.
Lentamente, durante il corso, ho preso confidenza con l’immagine che vedevo sullo specchio davanti a me, e ho iniziato a sentirla mia.
Quello che è cambiato nella mia mente ha dato inizio ad un percorso ancora agli albori. Sentire questo corpo come mio è stato il primo passo, ora posso vedere chiaramente cosa voglio cambiare.
Ad ogni lezione acquisto più consapevolezza e fiducia in me, e sento il bisogno di praticare yoga anche a casa da sola!
Non avrei immaginato che il corso mi avrebbe dato così tanto!”.    

“Cosa ha aggiunto lo yoga al mio percorso di psicoterapia?

Mi ha aiutato a centrarmi sul “qui e ora” della mia vita, a smettere di “pensare/progettare/orgnizzare troppo”.

Ho imparato a “lasciare andare”, ad accettare di non poter avere il controllo su tutto e al tempo stesso ad accogliere ciò che arriva nella mia vita. Il lavoro con il corpo mi ha aiutato ad accettare i miei limiti, a non chiedere troppo a me stessa, ma al contempo a lavorare su piccoli obiettivi di miglioramento”.

“I benefici del corso di yoga sono stati molteplici, non è a trattato di effettuare solo degli esercizi fisici, ma ha permesso di avere degli approcci diversi ai momenti di tensione o difficoltà che si incontrano quotidianamente. È come avere una pila di riserva, che ti permette, in caso di bisogno, di ricaricarti o di tenere sotto controllo emozioni quali ansia e tensione. Il bello è che questi cambiamenti sono avvenuti con i tempi di cui ognuno di noi ha avuto bisogno, non è stato imposto niente, ma, al contrario, abbiamo avuto il tempo di sviluppare nuove potenzialità di noi stessi seguendo un percorso naturale di cambiamento. Lo consiglio vivamente a tutti! 

Questa piccola esperienza di integrazione è tuttora in corso e ha coinvolto solo un numero limitato di pazienti. Questo rende impossibile fare un’analisi statistica approfondita dei dati raccolti e arrivare a conclusioni scientificamente dimostrabili. Certamente i dati e i racconti raccolti dalla sottoscritta su questo tema sono stati molto incoraggianti e di grande interesse teorico. La speranza è che anche in Italia negli anni a venire sempre più terapeuti possano pensare a percorsi integrati di mente e corpo, per ragionare insieme e raccogliere un sapere scientifico e clinico attorno a questo tema….

Maggio 2019

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