CHE COSA SI INTENDE PER ABUSO SESSUALE INFANTILE?
Il tema che voglio approfondire oggi riguarda un argomento piuttosto delicato e di cui troppo poco ancora si riesce a parlare. Le molestie sessuali sui minori sono un fenomeno ancora per gran parte sommerso, un fenomeno che ancora troppo poco riusciamo a pensare come possibile nelle nostre vite e nelle vite dei bambini che ci circondano. Si tratta ancora di un fenomeno che la società tende a voler “rimuovere”, perchè troppo doloroso, inquietante e scomodo.
Eppure alcuni studi compiuti negli ultimi anni, soprattutto negli USA, parlano molto chiaro: i maltrattamenti infantili, tra cui le molestie sessuali, rappresentano un fenomeno molto più frequente di quanto possiamo e vogliamo immaginare, che è stato definito come “un’epidemia nascosta nella nostra società” (Van Der Kolk, 2015).
Che cosa si intende dunque per molestie sessuali sui minori?
Per molestie sessuali a un bambino si intendono pratiche sessuali tra adulti e bambini o ragazzi, in cui l’adulto spinga un bambino a pratiche sessuali avvalendosi della propria maggiore esperienza o della propria autorità, o più spesso avvantaggiandosi del buon rapporto emotivo esistente. Siamo quindi di fronte a un abuso, una violenza, in quanto il bambino non è in grado di accettare, sullo stesso piano, e di valutare le conseguenze proprio a causa della diversità di età ed esperienza.
Spesso le molestie sessuali avvengono senza ricorso alla violenza fisica: tuttavia lo sfruttamento dello squilibrio tra adulto e bambino e del legame emotivo del bambino al fine di soddisfare le esigenze sessuali dell’adulto rappresenta comunque un atto di violenza psicologica, un obbligo.
La molestia sessuale a un bambino è spesso resa possibile da piccoli trucchi e dal legame emotivo, mantenuta successivamente tramite pressioni, intimidazioni e tentativi di corruzione. Più il bambino ha la sensazione di trovarsi senza una via di uscita e più elevato è il rischio di un danno ancora peggiore.
Per molestia sessuale si intendono le seguenti pratiche: rapporti sessuali, anche orali o anali con bambini, oppure anche quando un adulto, allo scopo di ottenere uno stimolo sessuale, osserva bambini nudi, mostra loro materiale pornografico, racconta storie a sfondo sessuale, mostra i propri genitali, tocca o fa toccare i genitali del bambino o dell’adulto, si masturba in presenza di bambini, etc (tratto da www.bambiniintrappola.it).
Le molestie sessuali sono un reato penale!
Le molestie sessuali sono punibili dalla Legge italiana anche quando avvengono tra minori in cui sussista una differenza di età anagrafica maggiore di 3 anni. Si tratta di un reato quando il minore ha meno di 14 anni di età o meno di 16 anni quando tra la vittima e il colpevole ci sia una relazione di parentela. In tutti questi casi, anche se si tentasse di accertare che il minore è stato consenziente, egli non è ritenuto, per la legge del nostro paese, capace di poter realmente intendere ciò che gli sta accadendo e, dunque, ogni suo presunto assenso viene ritenuto non di valore al fine della Legge.
Come e dove avviene di solito?
La maggior parte dei casi di violenza sessuale avviene all’interno della famiglia o con persone note al bambino, più raramente a opera di sconosciuti, e le vittime sono sia bambine sia bambini.
Il minore viene spesso, proprio per il rapporto di fiducia che spesso lo lega all’adulto abusante, intimidito affinchè non riveli a nessuno, specialmente ai propri cari, quanto è avvenuto, pena il “dare un enorme dolore” o ritorsioni ben più gravi. Il minore viene, poi, spesso fatto sentire complice del fatto, come se “se la fosse cercata anche lui”, come se “in fondo non si fosse tirato indietro”, e questo contribuisce, nel mondo del bambino, a pensare che lui non sia tanto una vittima quanto piuttosto un complice o un co-autore degli avvenimenti. A questo punto, il bambino stesso può non voler raccontare ai suoi cari quello che è avvenuto, perchè si sente co-responsabile di un evento di dubbia portata, perchè si sente in colpa e prova vergogna per tutto ciò che sta vivendo e sta provando.
Che fare allora se, da genitore, mi trovo in una situazione di questo tipo?
Molti di coloro che in età adulta soffrono delle conseguenze a lungo termine di un atto di abuso non hanno mai avuto la possibilità di parlare dei loro problemi durante l’infanzia o la adolescenza con gli adulti che si stavano prendendo cura di loro o, peggio, se lo hanno fatto, hanno fatto esperienze di incredulità attorno a loro, come se stessero raccontando delle “assurde bugie”, che era meglio mettere quanto prima a tacere.
Esiste, invece, la possibilità che i bambini si riprendano dalle conseguenze di un atto di violenza sessuale e che crescano normalmente. Se il bambino riesce, infatti, con la dovuta cautela e il dovuto tatto, a condividere con un adulto di cui si fida quanto gli sta accadendo, in realtà, questo già costituisce un fattore molto importante per il ripristino del suo equilibrio emotivo e psicologico e pone le basi perchè il bambino sia aiutato a dare un significato a questa esperienza così forte e potenzialmente devastante. Se il bambino viene sottoposto ad un trattamento appropriato, potrà non soffrire per sempre delle conseguenze dell’abuso subito.
È necessario però che gli adulti protettivi vicini a lui si attivino immediatamente, dapprima facendo sentire il bambino accolto e creduto nei suoi racconti, successivamente puntando a metterlo concretamente in sicurezza, affinchè l’abusante non possa più fargli del male.
A quel punto, noi riteniamo sia importante rivolgersi ad un professionista del settore per farsi dare una mano, affinchè tutti possano trovano il modo migliore per poter gestire questa situazione, sia dal punto di vista psicologico ed emotivo, sia dal punto di vista legale.
Dott.ssa Benedetta Lorenzini
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